sharing economy, caso Van Sharing
nella sharing economy il Van Sharing è ingiustamente poco considerato come sistema di mobilità e di riduzione dell’inquinamento.
Cart in passato ha sviluppato un sistema di prenotazione piazzole che è disponibile per tutte le amministrazioni che intendono regolamentare e favorire l’uso di una flotta ecologica nel centro storico.
I vantaggi, specie con una flotta ecologica (metano, GPL o elettrico o ibrido), sono rilevantissimi
- riduzione chilometraggio nel centro
- riduzione traffico parassita per trovare parcheggio
- riduzione Emissioni
- regole chiare per tutti e riduzione limiti di accesso orari per le ZTL
Vi sono stati decine di progetti di van sharing, con seguito o meno, tra i principali
si basa su sistemi evoluti di noleggio veicoli e prenotazione piazzole specifiche per ottimizzare il servizio.
Brav ha realizzato in sinergia col progetto di Bologna delle colonnine che consentono interazione col parcheggio riservato (piazzola van sharing) e controllo via telecamera delle vetture o mezzi commerciali che sostano con possibilità di inviare allarmi.
Nel 2010 a Bologna si era aperto un grande “cantiere” con finanziamenti che aveva ottimamente analizzato le necessità:
- piattaforma logistica
- ottimizzazione percorsi e accesso aree di sosta
- cartografia e gps
- modulo prenotaziuone colonnine realizzato da Cart
- opzione controllo piazzole sosta con colonnine dedicate
Il processo si è arrestato per la mancata adesione alla piattaforma loigistica di base che richiedeva un consorzio volontario.
Un progetto similare ma più semplice è stato riavviato con vase mezzi elettrici nel 2014.
Un altro progetto nasce a Roma.
Un altro a Milano.
Ne hanno parlato anche riviste on line.
Appare evidente che non si sia riusciti a sviluppare una piattaforma “italiana” ne tantomeno europea.
Che porterebbe a non rifare progetti, a non spendere finanziamenti pubblici e privati e a non riscoprire soluzioni e limiti.
I vantaggi sono evidenti.
Il van sharing è un sistema che consente, tramite diversi componenti:
- Di penalizzare i mezzi non ecologici e al contrario incentivare gli ecologici nella distribuzione merci
- Oltre a regole su orari di ingresso si possono introdurre piazzole riservate e prenotabili per le flotte ecologiche coinvolte nel van sharing
- Se esiste una centrale logistica che gestisca l’ultimo miglio i veicoli grandi e inquinante restano fuori dalla città che viene raggiunta da mezzi sempre più ecologici quanto più ci si avvicina al centro
il sistema è “smart” perché riduce, se ben gestito, l’inquinamento nelle zone di maggior pregio della città e più sensibili all’inquinamento, i centri storici.
Cart ha sviluppato un sistema di prenotazione piazzole che è disponibile per tutte le amministrazioni che intendono regolamentare e favorire l’uso di una flotta ecologica nel centro storico.
Cart ha già interfacciato software di gestione logistica pèer inserire come add on in questi la prenotazione delle piazzole.
I “pezzi” del puzzle sono
- una gestione logistica che raccolga i mezzi più grandi e inquinanti fuori città e che sappia reindirizzare le merci in piccoli lotti su mezzi più piccoli ed ecologici, con tracking percorsi e consegne e ottimizzazione percorsi e soste
- mezzi tanto più ecologici quanto più si addentrano nel centro storico
- quindi un sistema di gestione flotte, rifornimenti e manutenzione
- un sistema di prenotazione aree di sosta e colonnine (opzionali) che controllino le aree di sosta
- interfaccia verso i varchi della ZTL
- sistema di comunicazione verso i mezzi per gestire le anomalie
Tutti software che esistono e di cui esiste, almeno a parole, la volontà di supporto delle pubbliche amministrazioni e in modalità open source se richiesto.
Il punto (1) esiste in decine di declinazioni presso trasportatori e interporti
Il punto (2) è semplice da integrare in un qualsiasi software di logistica e ottimizzazione dei percorsi un “peso” legato alla classe ecologica del mezzo e le aree che può o meno raggiungere , e anche in che orari
Il punto (3) e trattato ad hoc nel sito https://www.cartsoftware.eu/ con dovizia di particolari.
Il punto (4) esiste ed è testato e si possono sviluppare prototipi in gradoi con telecamere o colonnine dedicate o app di verificare se realmente il mezzo è all’ora giusta nel posto prenotato, se il posto è libero o meno per reimpostare il giro delle consegne e hagià visto lc realizzazione e il test di prototipi da parte di aziende terze, con sistemi già attivi per esempio a Imola
Il punto (5) richiede una particolare interfaccia verso i varchi, non difficile da realizzare ne come banali white list ne in modalità interattive
Il punto (6 può sfruttare un on board computer o più semplicemente una app per sistemi mobile, sperimentati per anni nella gestione dei servizi a chiamata “pronto bus” realizzati da Cart .
I trasportatori preferiscono non dover usare una intermodalità che li costringe a consegnare a centri servizi e non al cliente.
Il cliente sa che il trasportatore è motivato e teme che la complessità del sistema porti a ritardi e perdite.
Tutte obiezioni sensate, ma dovrebbe prevalere, politicamente, l’importanza della salute pubblica.
Se il vansharing è fatto correttamente, con pochi chilometri da fare, è perfetto per modalità che abbattano l’inquinamento:
- veicoli elettrici nel cuore del centri storico, limando anche i divieti di accesso.
- veicoli ibridi o a GPL o a metano vicino al centro
- veicoli piccoli ed ecologico in prima periferia
Migliorerebbe la sosta, la rotazione e l’ingombro di carreggiata.
Sarebbe facile monitorare anche i risparmi di CO2 (software che esiste da anni e realizzato ad hoc da Cart per la gestione del car sharing)
- mezzi
- emissioni del mezzo
- km percorsi in città
Il risultato atteso è
-
riduzione chilometri percorsi in città grazie all’ottimizzazione dei percorsi
-
riduzione tempo di uso dei mezzi nella città
-
riduzione inquinamento dovuto a
-
mezzi che inquinano meno
-
mezzi che stanno meno in città
-
meno chilometri in città
-
meno soste a motore acceso (e in seconda fila)
-
Sinceramente è impossibile capire perché non sia una priorità attivare il van sharing, che tra l’altro costringerebbe a minori interventi di restauro sulle bellezze architettoniche italiane (purtroppo i polmoni dei cittadini non si restaurano).
Questo secondo me sarebbe uno dei possibili pilastri delle smartcities, unito al miglioramento del trasporto pubblico e della viabilità.
Bologna sarebbe un buon esempio, il centro è controllato da un sistema automatico di controllo (SIRIO) , l’accesso è tanto più complesso, anche in funzione delle condizioni ambientali e di inquinamento, in base alla classe ecologica del mezzo:
- i grandi trasportatori non entrando più in città – salvo eccezioni- avrebbero semplificato il sistema di consegna e probabilmente in medio termine un ritorno economico
- i clienti vedrebbero calare i vincoli sugli orari di consegna
- i cittadini non avrebbero camion ingombranti, critici per sosta e traffico, critici per l’inquinamento, anche acustico, ma snelli veicoli elettrici che avendo piazzole dedicate non intralcerebbero con le insopportabili soste in seconda fila
- il sistema avrebbe “indici” di uso e inquinamento monitorabili in tempo reale
La ristrutturazione del centro storico dopo i grandi cantieri per il rinnovo delle vie centrali purtroppo non ha però previsto piazzole strategiche per il van sharing.