car sharing locale low cost, una opportunità

car sharing locale low cost.

Descrivo un possibile piccolo sistema di car sharing locale.

 

Un progetto classico è ancora più  possibile, i finanziamenti ci sono stati per anni e ci potrebbero essere se si lavora a stretto contatto con le amministrazioni locali e con sponsor locali.

Un progetto di car sharing locale può essere NON costoso, magari riutilizzando vetture esistenti o a basso costo.

Un progetto di carsharing  locale da condividere e da disegnare con la cittadinanza, le amministrazioni pubbliche  e magari le realtà produttive e con anche non elevata capacità di progetto locali.

Dimentichiamo   il carsharing classico e i suoi punti “irrinunciabili”

  • standardizzazione
  • interoperabilità tra le città
  • uniformità dell’offerta
  • sistema nazionale
  • solo auto
  • disponibili  tutte le vetture 24/24 e 365/365
  • nessuno strumento richiesto ai cittadini/clienti quindi sistemi sulle auto e centralizzati

Un progetto  di car sharing locale  è prettamente locale, coinvolge una realtà medio piccola dove storicamente il car sharing non ha mai avuto successo o non ha mai avuto la chance di essere offerto ai cittadini e deve coinvolgere anche i cittadini stessi.

Non importa che chi arriva da lontano lo possa usare così “velocemente e in modalità easy”come non importa che i cittadini non possano  integrare il “loro” servizio con altri.

Magari se sarà un caso di successo potranno svilupparsi queste funzioni, ma la storia insegna che raramente accade

I capisaldi del sistema  pilota di carsharing locale classico possono essere

  • economicità di realizzazione
  • possibilità di ricilclare veicoli esistenti
  • economicità di gestione
  • facilità (reale) di uso
  • gestione semplificata

Quindi, essendo un car sharing locale classico non c’è nulla da inventare.

Piccoli numeri iniziali, facilmente scalabili se sarà un successo, senza invasività sui mezzi che consenta di gestirte anche progetti brevi.

Assoluto uso di software esistente e opensource, possibile sviluppo parallelo del bike sharing.

Sviluppo legato al territorio.

Il primo passo non può che essere di valutare se esistono mezzi disponibili riutilizzabili.

Alcuni possibili esempi:

  • vetture del Comune o di altre amministrazioni che non sono usate nei weekend, nei pomeriggi e nella sera
  • vetture di servizio di amministrazioni locali sottousate o semidismesse.
  • vettura anche di aziende che si offrono di condividerle per un certo periodo

Il “riciclo” di vetture è già stato realizzato a Bologna nell’ambito del carshariung condividendo delle Panda vecchio modello a metano, poi complice la non rispondenza agli standard nazionali è stato abbandonato.

Chiaramente si offrono vetture magari “vissute”, nel caso di Bologna erano senza condizionatore e servosterzo quindi molto spartane.

Per contro erano offerte a un prezzo estremamente conveniente.

Qui in assenza di forti finanziamenti si può realizzare un progetto locale molto low cost.

Non mettendo nulla come tecnologie sulle vetture posso usare in caso di vetture non nuove vetture di scorta o di riserva con poca fatica, mettere e togliere vetture anche disomogenee.

Le aree di sosta le individuerò chiedendo sia ai cittadini  che ottimizzando la gestione delle vetture.

Avendo un punto fisso come i parcheggi gestirò le chiavi dei veicoli o sulle stesse o in prossimità, ma posso pendsare con i nuovi sviluppi a modelli senza parcheggio fisso free flow.

Utilizzerò per il car sharing locale il sistema standard di gestione flotte.

Con gestione delle chiavi in appositi cassettiere in prima approssimazione.

Questo può apparire un limite ma progettare un sistema fisico di gestione “sicura” di massimo 10 chiavi è la chiave di volta del progetto che ha un fronte “pubblico”, anche chi mette a disposizione le vetture ha un ritorno, sfruttando la gestione flotte sa sempre chi usa il veicolo e quando, per gestire anche:

  • multe
  • rimborsi spese
  • mancati rifornimento
  • danni non segnalati

e altre opportunità che approfondiremo in seguito nell’articolo.

Il passo è  svincolarmi completamente dalle auto come cablaggi fissi e dispositivi.

Anzi progetti pilota di carsharing locale  si potrebbero testare gestendo le chiavi presso bar o esercizi pubblici o uffici pubblici  in prima istanza, senza strumentazione.

Vediamo i possibili vantaggi:

  • gestione attraverso una app (unica via di accesso) o webapp in fase di test
  • fatturazione semplificata
  • inimo investimento,  l’unico investimento resta
    • software e app/webapp
    • eventuali dispositivi sicuri per le chiavi (da progettare) se serve

Gli svantaggi del progetto pilota di carsharing locale sono veramente pochi e si concentrano nella poca tracciabilità dei veicoli che posso gestire con antifurto satellitari, con impatto sulla privacy.

All’atto del rilascio della vettura devo farmi dare dal cliente

  • luogo rilascio
  • km di contachilometri (per differenza calcolo il percorso)
  • stato del carburante
  • eventuali danni

Un progetto di carscharing locale non può che essere condiviso per avere successo

Il sistema ha tante più possibilità di funzionare se  gestito in condivisione con i cittadini e il territorio come presentare il progetto alla cittadinanza e aprire un sito web per ricevere suggerimenti su tipo di auto, parcheggi,  regole; sito che va gestito attentamente per recepire suggerimenti e idee

Ricerca di risorse locali, magari nell’imprenditoria locale si possono trovare aziende e cittadini disposti a investire sul carsharing locale

  • fondi
  • materiali
  • competenze o lavoro volontario
  • integrazioni di carpenteria alla gestione chiavi standard
  • auto
  • sviluppo della app o webapp dal software di base (concesso a prezzo di costo a frone della condivisione degli sviluppi, questo ovviamente per un progetto pilota) magari in collaborazione con università o gruippi evoluti di cittadini
  • controllo sociale del sistema
  • web e webapp di iscrizione al sistema
  • assicurazioni a cura Comune come studio e realizzazione

Un progetto del genere di  carsharing locale , assunto che il Comune metta a disposizione la struttura informatica, in caso di progetto pilota potrebbe costare

  • le auto con bolli e assicurazione
  • il  software (realizzato da Cart) fatturazione compresa

Le competenze comunali locali  a trovare fondi, finanziamenti, sponsor locali sono indispensabili.

Un sistema carsharing locale vecchio,  chiuso e modesto? Assolutamente no, aperto e scalabile anzi.

Investendo in caso di successo si possono implementare in un secondo tempo innumerevoli funzioni che esistono e non sono nel progetto pilota di carsharing locale per abbattere i costi

  • apertura dell’auto con smartphone
  • rilevamento automatico uso (ore e chilometri)
  • tracciamento dell’auto come percorso e come dati salienti

Se una piccola realtà credesse in questo progetto di carsharing locale  (di cui ovviamente non ho messo tutti i dettagli possibili, perchè sinceramente sarei felice di vedere e collaborare a questo progetto) con pochissima spesa si offrirebbe un servizio sperimentale ai cittadini.

Le auto si potrebbero trovare tramite finanziamenti, condividere auto ad uso pubblico quando non  usate oppure coprogettare un progetto con imprenditori locali.

Sono possibili varie  integrazioni:

Si potrebbe anche (sull’esempio di Milano che ha realizzato un nostro progetto di anni prima presentato a Bologna da ATC) realizzare vere e proprie isole della mobilità dove mettere anche supporti alle bici  e dove sia possibile anche parcheggiare sicuramente la propria bici o noleggiare bici classiche ed elettriche (ma questo è un altro progetto ancora).

Ovviamente una integrazione ovvia sarebbe con l’ecarsharing con veicoli elettrici.

A quanto si conosce solo Milano ha sviluppato le isole della mobilità e un progetto che integrasse i servizi in una città piccola non esiste.

Purtroppo esistono decine o centinaia di annunci di piccoli centri che partono con progetti più o meno “faraonici” che raramente passano i 6 mesi di attività o neppure partono con l’effetto di bruciare fondi e credibilità della mobilità sostenibile.

Lo scopo dell’articolo è dimostrare che il progetto è possibile a bassissimo costo, facilmente integrabile ed espandibile.

Un domani, in caso di successo, si potrebbe rapidamente partire con il software già testato e con la gestione “chiavi” con:

  • vetture nuove
  • controllo nativo della vettura e rilevazione km da  bus auto
  • antifurto satellitare
  • black box
  • sistema di soccorso integrati in caso incidente
  • rilevazione allarmi
  • apertura vettura e rintracciabilità con smartphone

quindi diventerebbe con incrementi progressivi di spesa un sistema all’avanguardia assoluta usando tutti strumenti che sono già presenti ma non integrati.